lunedì 21 maggio 2012

Wake Up!

Banksy

L’analisi del contesto in cui viviamo è il miglior antidoto contro la perdita della propria soggettività e della personale libertà. Impariamo a riconoscere gli strumenti di cui si serve il Potere e forse riusciremo a essere più indipendenti, più critici e meno soggetti a manipolazioni.

(G. Le Bon – Psicologia delle folle)
Nelle folle umane, il caporione ha una parte notevole. La sua volontà é il nodo intorno a cui si formano e si identificano le opinioni. La folla é un gregge che non potrebbe far a meno di un padrone. Il condottiero quasi sempre é stato prima un fanatico ipnotizzato dall'idea di cui in seguito s'é fatto apostolo. Quest'idea ha talmente invaso che tutto sparisce all'infuori di essa, e tutte le opinioni contrarie gli sembrano errori e superstizioni. (…)
I trascinatori di folle, il più delle volte, non sono intellettuali, ma uomini d'azione. Sono poco chiaroveggenti, e non potrebbero esserlo, poiché la chiaroveggenza porta generalmente al dubbio e all'inazione. Appartengono specialmente a quei nevrotici, a quegli eccitati, a quei semi-alienati che rasentano la pazzia. Per quanto assurda sia l'idea che difendono o lo scopo che vogliono raggiungere, tutti i ragionamenti si smussano contro la loro convinzione. Il disprezzo e le persecuzioni non fanno che eccitarli maggiormente. Tutto é sacrificato, interesse personale e famiglia. (…) L'intensità della fede dà alle loro parole un grande potere suggestivo. La moltitudine ascolta sempre l'uomo dotato di volontà forte. Gli individui riuniti in folla, perdendo ogni volontà, si volgono istintivamente verso chi ne possiede una.

(…) I metodi dei condottieri sono diversi. Essi sono principalmente ricorsi a questi tre procedimenti: l'affermazione, la ripetizione, il contagio.
L'affermazione pura e semplice, svincolata da ogni ragionamento e da ogni prova, costituisce un sicuro mezzo per far penetrare un'idea nello spirito delle folle. Più l'affermazione é concisa, sprovvista di prove e di dimostrazione, più essa ha autorità. (…) Quest'ultima non acquista tuttavia reale influenza se non a condizione d'essere costantemente ripetuta, e il più possibile, negli stessi termini. Napoleone diceva che esiste una sola figura seria di retorica, la ripetizione. La cosa affermata riesce a stabilirsi negli spiriti a tal punto da essere accettata come una verità dimostrata.
Ben si comprende l'influenza della ripetizione sulle folle, vedendo quale potere essa esercita sugli spiriti più illuminati. La cosa ripetuta finisce difatti per attecchire in quelle regioni profonde dell'incoscio in cui si elaborano i motivi delle nostre azioni. In capo a qualche tempo, dimenticando qual'é l'autore della affermazione ripetuta, finiamo per credervi. In tal modo si spiega la forza mirabile dell'annunzio. Quando abbiamo letto cento volte che il miglior cioccolato é il cioccolato X, noi ci immaginiamo d'averlo inteso dire di frequente e finiamo per averne la certezza. (…) A furia di veder ripetere dallo stesso giornale che A é un perfetto cretino e B un onestissimo uomo, finiamo per esserne convinti, considerato, s'intende, che non leggiamo di frequente un altro giornale d'opinione contraria, in cui i due qualificativi siano invertiti. (…)
Quando un'affermazione é stata sufficientemente ripetuta, con unanimità nella ripetizione, come capita in certe imprese finanziarie, si forma ciò che si chiama una corrente d'opinioni e il potente meccanismo del contagio interviene.
Nelle folle, le idee, i sentimenti, le emozioni, le credenze possiedono un potere contagioso, intenso quanto quello dei microbi. (…) Il contagio non esige la presenza simultanea di individui in uno stesso luogo; esso può verificarsi a distanza, sotto l'influenza di certi avvenimenti che orientano gli spiriti nello stesso senso e che danno i loro particolare carattere alle folle, soprattutto quand'esse sono preparate dai fattori lontani che ho studiato più sopra. (…) Il contagio é abbastanza potente per imporre agli uomini non soltanto certe opinioni, ma anche certi modi di sentire. (…) Le opinioni e le credenze si propagano bene per mezzo del contagio, e pochissimo per mezzo del ragionamento.

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